Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 7,9.14b-17)
Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
Domenica scorsa Giovanni ci ha parlato dell’Agnello che nel quinto capitolo riceve il libro chiuso da sette sigilli. Nel sesto capitolo l’Agnello apre i primi sei sigilli. Ad ogni apertura corrisponde la realizzazione dei decreti di Dio. Prima dell’apertura del settimo sigillo abbiamo una pausa. Gli angeli vengono inviati a porre un segno per distinguere gli eletti di Dio e porli così sotto la protezione di Dio per affrontare le prove della persecuzione.
La pagina di questa domenica è stata scritta per incoraggiare i cristiani perseguitati a perseverare con pazienza. In loro accade ciò che ha sopportato Gesù, Agnello immolato; soltanto la costanza li rende partecipi della sua stessa vittoria e gloria. Questa pagina è anche per noi cristiani.
San Benedetto, concludendo il Prologo alla Regola, scrive: «non allontanandoci mai dagli insegnamenti di Dio e perseverando fino alla morte nel monastero in una fedele adesione alla sua dottrina, partecipiamo per mezzo della pazienza ai patimenti di Cristo per meritare di essere associati al suo regno» (RB Pr, 50).
Eccoci, quindi, al settimo capitolo di questa domenica. Giovanni vede l’Agnello, Cristo, che apre il settimo sigillo: i beati cel cielo sono una folla immensa, non si può calcolare, nemmeno un numero simbolico può esprimerne la quantità.
Permettetemi di accostare questa visione alla promessa di Dio ad Abramo, nostro padre nella fede: «”Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle” e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”» (Gen 15,5). Possiamo paragonare le stelle che brillano di gioia alla visione della folla immensa che comprende tutti i salvati. Provengono da ogni terra di questo mondo. Essi stanno in piedi, come persone risorte, vive e libere. I loro abiti splendono, simbolo dell’innocenza e gloria del cielo; le palme nelle mani sono segno della vittoria nella buona battaglia contro satana e i suoi alleati. Hanno vinto grazie al sangue di Cristo donando la vita; per Dio sono vincitori; per questo non patiranno più né fame né sete e godranno della guida sicura dell’Agnello ora pastore. Gesù è diventato Pastore perché è l’Agnello che ha dato la vita per tutti noi, per amore!
Questi beati stanno sempre davanti al trono di Dio, celebrano le sue lodi e Dio si prende cura di loro, è Lui l’Agnello che li conduce alle acque della vita, una vita in pienezza.
Dio come Padre misericordioso sa consolare e si prende cura anche dei suoi figli che ancora camminano su questa terra. Dio che ci ha chiamati alla Vita sa custodirci con tenerezza e compassione. È questione di fede!
Preghiamo dicendo «Signore, aumenta la mia fede». Ripetiamo questa brevissima preghiera e sperimenteremo consolazione interiore e vigore spirituale. Amen
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