Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 21,1-5a)

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Questo breve testo contiene un messaggio di gioia e di speranza che Giovanni ci rivolge, come ha fatto ai cristiani del suo tempo, tutti tentati, forse, dallo scoraggiamento di fronte al trionfo del male.

Nella storia della divina Scrittura incontriamo spesso il termine «nuova». Questo aggettivo dice che è in atto un cambiamento radicale rispetto a quello precedente. Dio opera sempre il “nuovo”, con la sua azione ci sorprende perché Dio cambia dentro, muove l’interiorità dell’uomo. Già nell’Antico Testamento sono cominciate realtà nuove che il Signore attua nel tempo: una nuova alleanza, uno spirito nuovo e una creazione nuova, ecc. (cfr. Is 65,17-18).

Il creato uscito dalle mani di Dio era «molto buono» (Gen 1,31), ma l’uomo nella sua libertà ha usato male il creato e, con il peccato, lo ha condotto alla corruzione.

Conosciamo bene le conseguenze: guerre, violenze, ingiustizie, ecc. È, dunque, fallito il progetto di Dio? No! La pagina dell’Apocalisse di questa domenica ci sorprende, Dio è così. Egli «fa nuove tutte le cose»; non distrugge, ma prepara «un nuovo cielo e una nuova terra».

Perché in questa visione il mare scompare?

Nella nuova realtà il mare evaporerà fino all’ultima goccia perché nella Bibbia è simbolo di tutto ciò che è contro la vita!

«Cieli nuovi e terra nuova», ciò che vive in questa nuova dimensione è tutto rinnovato e ammantato di bellezza. In primo luogo la città santa, la nuova Gerusalemme, la Chiesa universale. Tutto è immerso nella luce della risurrezione di Cristo.

La Chiesa, quale Gerusalemme nuova, fondata da Cristo Signore, poggia sulle fondamenta dei 12 apostoli di cui Pietro ne ha le chiavi. «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa […] a te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16,13-20). Nelle generazioni che seguono, i Padri della Chiesa, nuovi pastori della nuova Chiesa, continuano e portano avanti il mandato di Gesù a Pietro. La Chiesa è la sposa formata da ogni generazione, cultura, lingua e razza.

Riconosce la voce per il suo splendore e la sua fedeltà e si compiace di rimanere con lei, la Chiesa, per sempre.

«Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?». Niente e nessuno, perché lacrime, sofferenze, fatiche e morte non prevalgono contro di essa. Una realtà nuova sorge, tutto è trasformato e ricreato.

Ricordiamo che questa nuova era è già in atto e sarà definitiva e più perfetta perché non più contaminata dal male. Il nemico di Dio e dei suoi amici sarà sconfitto per sempre! Alleluia!

«Vieni Signore Gesù e la sposa risponderà vieni».