Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 21,10-14.22-23)

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna:

la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello.

L’autore pone con precisi dettagli al nostro sguardo contemplativo la Città santa. Nei testi precedenti la «voce» l’aveva definita la fidanzata e la Sposa dell’Agnello.

Ora la vede scendere dal cielo: è la Chiesa, è il nuovo popolo di Dio che nel corso della storia riunisce tutti i popoli della terra.

Il monte è da sempre il luogo di maggiore vicinanza a Dio. Da Dio scende la «città» bella, rivestita di splendore e di pietre preziose simbolo della sua santità e perfezione. La gloria di Dio abita in lei. La nuova Gerusalemme è una città dalle porte aperte: sono un invito ad entrare per godere la beatitudine dell’incontro con il Dio vivente. Città difesa da alte mura che separano ciò che è dentro da ciò che rimane fuori.

Il numero 12 è simbolo di compimento della storia della salvezza. Tutta la «città santa» è il tabernacolo di Dio tra gli uomini. Dio e il suo Cristo sono presenti ovunque, chi entra nella nuova Gerusalemme è in Dio, in Lui vive. Lo splendore della gloria di Dio rifulge; la luce eterna della perenne presenza di Dio illumina la sua “Città”. L’Agnello-Gesù immolato e risorto «luce del mondo» manifesta la sua verità e il suo significato più profondo. Anche a noi proclama: «Voi siete la luce del mondo» perché Lui in noi e tramite noi illumina chi lo cerca. Se ci conformiamo a Cristo, Lui splende in noi del suo stesso splendore.

Votate al servizio divino, apparteniamo a questa santa città, abitazione della gloria di Dio, separati dalle cose del mondo viviamo nel quotidiano avendo come obiettivo la sua gloria «non allontanandoci mai dagli insegnamenti di Dio e perseverando fino alla morte nel monastero in una fedele adesione alla sua dottrina, partecipiamo per mezzo della pazienza ai patimenti di Cristo per meritare di essere associati al suo regno» (Regola di S. Benedetto Pr. 50).

Preghiamo chiedendo l’intercessione di Maria:

O Madre, tu sei la mistica città di Dio, la Chiesa ti contempla vestita di sole e coronata di 12 stelle. Tu splendi per la tua purezza, da Te è nata la luce vera che non conosce tenebra. Per te, regina dell’umanità redenta, venga il Regno di Dio in ogni cuore che implora salvezza e consolazione. Amen