Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,8-17)

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Gesù, con la sua morte in croce, «ha assorbito la nostra morte e ci ha dato in cambio la sua vita», cioè il suo amore per il Padre, la sua obbedienza il suo nuovo rapporto con Dio, il suo Spirito di Figlio. San Paolo lo esprime definendo la Spirito Santo «Spirito di Cristo» (v.9) e dicendo che lo Spirito dà la vita «in Cristo Gesù».

Nel testo di questa solennità di Pentecoste, Paolo parla dell’importanza dello Spirito Santo nella nostra vita di credenti. Con la presenza dello Spirito esplode una vita nuova in Cristo, viene superata la legge di Mosè.

Le parole di Paolo ci aiutano a comprendere come avverrà in noi la risurrezione; la carne porta alla morte e lo Spirito alla vita. Questi, una volta entrato nell’uomo, ha il potere di trasformarlo radicalmente e lo trasforma dal di dentro: è il cuore a cambiare, è il cuore a convertirsi. Lo Spirito ci comunica la capacità di essere fedeli a Dio, ci dona la vera libertà davanti a Dio e al prossimo. Siamo giustificati dall’appartenenza a Dio, facciamo scelte sintonizzate con la vita divina.

Abbiamo ricevuto lo Spirito nel Battesimo, ma se continuassimo «a vivere secondo la carne» facciamo scelte di morte. Lo Spirito di Cristo ha trasformato la nostra condizione: da schiavi sotto un padrone siamo diventati figli di un Padre. La figliolanza divina ci abilita a chiamare Dio con il nome di “Padre”. L’amore di Dio nasce nel nostro cuore e fa nuove le cose! Dio stesso agisce con noi e in noi.

«Non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia!» (Rm 6,14).

La legge nuova viene incisa nei nostri cuori dallo Spirito. «Senza la grazia dello Spirito», scrive Cantalamessa, «anche il Vangelo sarebbe rimasto legge non incisa nei nostri cuori». La potenza dello Spirito scrive «non su tavole di pietra, bensì su tavole di carne dei vostri cuori» (2Cor 3,3) e non incide semplicemente la legge, ma lo stesso legislatore. «È Lui che incide se stesso» (N. Cabasilas). Anche la risurrezione di Cristo è avvenuta tramite lo Spirito, così sarà anche per la nostra resurrezione: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio […] Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete» (Ez 37,12.14).

La profezia di Ezechiele non riguarda soltanto l’aldilà. Un grande maestro spirituale dell’Oriente dice: «La risurrezione di tutti è compiuta dallo Spirito Santo. E non intendo solo la risurrezione dei corpi alla fine dei tempi, ma anche la rigenerazione spirituale e la risurrezione delle anime morte che si riproduce ogni giorno spiritualmente. Questa risurrezione è data attraverso lo Spirito Santo da Cristo che, morto una volta, è risorto e risuscita in tutti coloro che vivono degnamente» (Simeone il nuovo teologo).