21 novembre 2020

“Grazie, sorelle e fratelli contemplativi, perché siete sostegno per i

deboli, fari che segnalano il porto, fiaccole che illuminano la notte,

sentinelle che annunciano il nuovo giorno”

Dalla COSTITUZIONE APOSTOLICA VULTUM DEI QUAERERE SULLA VITA CONTEMPLATIVA FEMMINILE

“Le persone consacrate, che per la stessa consacrazione «seguono il Signore in maniera
speciale, in modo profetico»,[4] sono chiamate a scoprire i segni della presenza di Dio nella vita quotidiana, a diventare interlocutori sapienti che sanno riconoscere le domande che Dio e l’umanità ci pongono. La grande sfida per ogni consacrato e ogni consacrata è la capacità di continuare a cercare Dio «con gli occhi della fede, in un mondo che ne ignora la presenza»,[5] riproponendo all’uomo e alla donna di oggi la vita casta, povera e obbediente di Gesù come segno credibile e affidabile e divenendo, in questo modo, «esegesi vivente della Parola di Dio».[…] «Signore, è bello per noi stare qui!» (Mt 17,4), le persone contemplative, che in profonda comunione con tutte le
altre vocazioni della vita cristiana «sono raggi dell’unica luce di Cristo riflessa sul volto della Chiesa»,[9] «per carisma specifico dedicano molto tempo delle loro giornate ad imitare la Madre di Dio, che meditava assiduamente le parole e i fatti del Figlio suo (cfr Lc 2,19.51), e Maria di Betania, che, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola (cfr Lc 10,38)».[10] La loro vita “nascosta con Cristo in Dio” (cfr Col 3,3) diventa così figura dell’amore incondizionato del Signore, il primo contemplativo, indica la tensione cristocentrica di tutta la loro vita fino a poter dire col ’Apostolo: «Per me il vivere è Cristo!» (Fil 1,21), ed esprime il carattere totalizzante che costituisce il dinamismo profondo della vocazione alla vita contemplativa.”