La parola ci invita a un cammino di purificazione, di conversione, di risurrezione interiore: “finché abbiamo ancora tempo e siamo in questo corpo con la possibilità di mettere in pratica tutti questi insegnamenti durante la vita” (RB Prologo 43).” Il tempo si è fatto breve “(1Cor.7,29).” Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” (Mc.1,15) Gesù entra nella vita pubblica quando la “Voce” si è consegnata a coloro che poi lo uccidono. Anche nella I lettura Giona “ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta” (Giona 3,4). Il tempo, da quando Gesù è morto e risorto, ha cambiato il nostro rapporto con il mondo con la storia, cambia le nostre relazioni. Tutto viene trasfigurato e tutto diventa segno del Regno di Dio annunciato da Gesù. Il Regno diventa Presenza vivente e con Gesù la nostra vita si trasforma in luce; la realtà che viviamo assume un “COME” …
L’invito dell’apostolo Paolo è continuare a vivere il quotidiano con un orizzonte più ampio che va oltre questo mondo visibile e palpabile. Se piango so che qualcuno mi consolerà per sempre asciugando le mie lacrime. Se gioisco so che la gioia piena verrà e non mi deluderà. Se possiedo dei beni, so che devo desiderare il Bene per eccellenza, che è un ALTRO. Anche l’amore reciproco e l’amore universale vedrà il suo compimento nell’amore di Dio e nella comunità dei santi. Questo è cambiamento di mentalità:” metanoia” da assumere. I niniviti cambiano la loro vita dopo la predicazione di Giona, cambiano soprattutto il modo di sentire Dio, perché credono in Dio come MISERICORDIA che si ravvide riguardo al male che aveva minacciato e NON LO FECE. (Giona 3,10).
“Cambiare mentalità” è discernere la vicinanza del Regno di Dio che si fa presente nei posti ordinari della vita quotidiana, a quel TUO GETTARE IN ACQUA LE RETI. Allora quella occupazione: cucinare, riassettare la casa, tenerla e mantenerla pulita, … tutto viene illuminato dalla luce del Regno di Dio, la Presenza di Cristo. Tutto è diverso dal di dentro, dal midollo se così posso dire. C’è un cambiamento vedere, di discernere, noi siamo sempre le stesse, come Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni, ma veniamo investiti da una grazia che trasforma e trasfigura la vita, grazie anche alla sequela che ci fa accogliere il Regno di Dio e ci fa vivere nella gioia della fede.
San benedetto da uomo saggio e sapiente scrisse:” nessuno si rattristi nella casa di Dio”. La tristezza nel servizio di Dio non ci apre alla grazia che Dio elargisce ai suoi figli/e a piene mani. Quando la tristezza, la noia, ci prende il cuore proviamo a chiederci:” perché sono triste?” Poi, facciamo un salto di qualità, riflettiamo sui doni che Dio ci ha concesso… e proviamo a ringraziare per ogni dono, a mo’ di litania; faremo allora esperienza di una gioia e di una pace profonda, che come balsamo ristoratore piano piano ci fa entrare in un oceano di pace e serenità interiore.
Così vedremo la realtà con occhi diversi!