La Pentecoste ci fa meditare sui doni dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto nella Cresima e ci ricorda che i carismi che genera sono sempre per il servizio della comunità in cui siamo chiamati a vivere.

«Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri». (Gal 5,16-26)

Dio ha sollevato il velo che nasconde il suo Essere, ci ha consentito per opera di Cristo uno sguardo nel suo mistero. Solo lo Spirito può vantare un potere!! «Opera tutto in tutti». Sotto la forza del potere dello Spirito possiamo realizzare i progetti di Dio che esprimono la volontà di Dio; ciò che Dio vuole da me, da ognuna e da tutte come comunità monastica.

I doni gratuiti detti «carismi» sono molteplici e diventano ministeri nella Comunità, devono essere occasione per servire, non per imporsi o per affermare se stesse. Paolo ci ricorda che i carismi sono per servire con amore (1Cor 12,1-11). Le molte qualità di cui ciascuno gode sono per creare e favorire l’unità e non per gelosie e divisioni.

Essere guidati dallo Spirito vuol dire conoscere la verità che ci offre la vera libertà, l’unica legge del credente, non esteriore ma interiore, come capacità di amare nella pace e nella gioia, nella fedeltà e nella mitezza… in tutte quelle manifestazioni descritte da Paolo ai Galati. Il dono della libertà orienta il nostro agire, fa sì che camminiamo secondo il volere dello Spirito, vincendo i desideri della carne contrari ai desideri dello Spirito per rimanere nella verità.

I frutti dello Spirito edificano la comunione, quindi, l’unità. Lo Spirito unifica e chi segue i suoi desideri diventa una persona unificata: intesse legami di comunione tra Dio e noi, unifica le relazioni, quindi, ci consente anche di comprenderci e non giudicarci. I frutti dello Spirito sono gli unici che intessono comunione e verità. 

Se noi scegliamo con libertà di camminare secondo i dettami dello Spirito, si manifestano i suoi frutti e daremo testimonianza di autentica fraternità, dove vi abita lo Spirito di Dio, non c’è alternativa.

«Dai loro frutti dunque li riconoscerete» (Mt 7,20). Solo stando attaccati a Cristo la nostra vita dà molto frutto. Per noi, come per ogni cristiano, è una questione vitale rimanere con Cristo e in Cristo, come è vitale per un tralcio rimanere unito al tronco della vite.

«Per questo arrivata la sera, quando facciamo il nostro esame di coscienza, dovremmo attraversare tutte le foglie di cui siamo fatte, l’apparenza di cui siamo rivestite, e cercare almeno un frutto che dica che quella giornata non è stata sprecata».

«Spirito Santo, vieni nel mio cuore, e per la tua potenza trailo a Te, Dio, e dammi carità con timore.
Guardami, Cristo da ogni mal pensiero, riscaldami e infiammami
del tuo santissimo amore, sì che ogni pena mi paia leggera.
Santo mio Padre e dolce mio Signore, ora aiutami in ogni mia necessità.
Cristo amore. Cristo amore. Amen»
(Santa Caterina da Siena, Preghiera allo Spirito Santo, Orazione XXV)