Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 6,14-18)
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Paolo scrive alle chiese da lui fondate perché il suo ministero apostolico lo porta a curare le comunità cristiane, offrendo loro guida, insegnamento e sostegno spirituale. I suoi scritti servivano anche a mantenere un legame, anche quando era fisicamente lontano.
Paolo esorta, rimprovera e corregge le deviazioni dei cristiani dell’epoca e anche noi oggi, dimentichi della vita nuova annunciata da Gesù, figlio di Dio, mandato dal Padre.
I Galati, pur evangelizzati da Paolo, aggrappati alla tradizione mosaica, si gloriavano della circoncisione, segno esteriore. Non è un qualsiasi segno esteriore che distingue il cristiano, discepolo di Cristo, ma la somiglianza con il suo Vangelo, con ciò che ha detto e fatto il Signore!
«Io non mi vanto d’altro che della croce del Signore Gesù», parole forti e convinte queste pronunciate da Paolo.
L’adesione al Vangelo non segna il corpo, ma lo stile di vita e le scelte della persona. Non serve a nulla, direi «spazzatura», il cercare gloria e consensi del mondo; sono plausi e gloria effimeri.
Paolo sottolinea l’importanza di una vita dettata e curata dallo Spirito, che mette al centro Cristo. Ciò che conta è l’apertura del cuore per ricevere suggerimenti e ispirazioni verso le cose del cielo. «Pensate alle cose di lassù non a quelle della terra» (Col 3,2) è un invito ad elevare i propri pensieri e desideri alla vita spirituale e celeste.
Domande per meditare:
- Cos’è per la mia vita la croce di Cristo?
- In quali circostanze – fisiche o spirituali – sento di partecipare alle sofferenze di Cristo?
- Penso a questo grande mistero della croce con il quale completo ciò che manca alla passione di Gesù?
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