Giobbe “timorato di Dio, alieno al male, uomo integro e retto”.
Sappiamo che Giobbe viene investito da una serie di indicibili sofferenze. È un libro di “pedagogia nella sofferenza”. Giobbe è simbolo di ogni disperato, di ogni sofferente, di ogni uomo o donna che vede oscuro l’’orizzonte della sua vita. Quella descritta nel testo è una visione della vita molto ridotta.
Noi sappiamo anche che Giobbe è l’uomo saggio, e dotato di una sapienza teologica. Ha provato sulla sua pelle cos’è la vita su questa terra, ma non si ferma qui, va oltre, sa con fede che Dio tiene in mano la sua esistenza come quella di tutto il creato. ABBIAMO NOI QUESTA FEDE INCROLLABILE? Quando qualcosa non va come voglio io, come vuoi tu, come vogliamo noi, quali sono inostri sentimenti? Forse aggressività, ribellione e alzata di voce… perché vogliamo quel che vogliamo…!! In Giobbe è adombrato il mistero di Cristo deriso, beffeggiato, tradito, prostrato dal dolore, dal volto sfigurato, crocifisso:” Dio Dio mio perché mi hai abbandonato?” Gesù (Dio) ha dato senso al dolore, anzi ha riscattato il dolore, ha dato splendore al soffrire, caricandolo sulle sue sante spalle ha elevato il dolore dell’uomo dandogli con il suo stesso dolore, la salvezza eterna.
Lo aveva compreso molto bene Paolo, che afferrato da Cristo annuncia il Vangelo con grande amore e convinzione di fede. Paolo riceve da Cristo stesso il comando di annunciare il Vangelo compendio del mistero pasquale di Cristo. Paolo ha maturato questa grande libertà interiore, quando ha convertito il suo cuore alla speranza del vangelo. La forza della vita risorta del Signore Gesù, trasfigura il limite in grazia, trasfigura un sepolcro di morte in un grembo di vita: il Vangelo è disseminato di questi prodigi. Anche oggi opera la guarigione della suocera di Piestro. Guarita si mette a servire Gesù e di quanti sono con Lui. Il Signore si fa vicino alla nostra esistenza quotidiana, ci rialza; non cancella né elimina i nostri limiti e le nostre infermità, ma li trasforma mettendoli a servizio di un bene più grande; con la forza ricevuta dall’alto questo è possibile: abbiamo la Sorgente Gesù stesso con la Sua Parola i suoi Sacramenti e soprattutto la sua Chiesa.
Anche noi, visitati dal suo amore che ci salva, dobbiamo unirci a Cristo, a tutti coloro che portano il vangelo mediante la preghiera e andare come Lui ”per tutta la Galilea” che è il mondo inter, per chinarci su tutti coloro che sono afflitti da varie malattie del corpo e dello spirito, e imitare la compassione di Cristo. Chi riceve la salvezza non può non sentire l’urgenza di portarla anche agli altri, per assaporare la beatitudine della comunione dei santi operata del mistero pasquale di Cristo. Questa è la nostra fede che vogliamo testimoniare con “la nostra vita nascosta con Cristo in Dio”. Amen!