
VI Domenica di Pasqua 2025
La nuova Gerusalemme è una città dalle porte aperte: sono un invito ad entrare per godere la beatitudine dell’incontro con il Dio vivente.
La nuova Gerusalemme è una città dalle porte aperte: sono un invito ad entrare per godere la beatitudine dell’incontro con il Dio vivente.
Nella storia della divina Scrittura incontriamo spesso il termine «nuova». Questo aggettivo dice che è in atto un cambiamento radicale rispetto a quello precedente. Dio opera sempre il “nuovo”, con la sua azione ci sorprende perché Dio cambia dentro, muove l’interiorità dell’uomo. Già nell’Antico Testamento sono cominciate realtà nuove che il Signore attua nel tempo: una nuova alleanza, uno spirito nuovo e una creazione nuova, ecc. (cfr. Is 65,17-18).
Angeli e creature celesti all’unisono con la creazione tutta, lodano Dio, celebrano la bellezza del creato e riconoscono all’Agnello la gloria e la potenza per aver offerto la propria vita per l’umanità. Il cantico della creazione indica che tutte le creature sono state liberate dalla schiavitù del peccato. Il sacrificio dell’Agnello ha trasformato il cuore dell’uomo
Nel verbo incarnato, Dio è diventato visibile ai nostri occhi, la sua incarnazione ha dato inizio alla pienezza dei tempi nuovi. In Cristo veniamo rinnovati e trasformati, in Dio fatto uomo si verifica la nuova creazione, vale a dire «la nascita dell’uomo nuovo». È sublime il fatto che Dio nel suo diletto figlio Gesù ha operato nel mondo la riconciliazione. Tutta l’umanità redenta in Cristo viene santificata.
Una sola è la via da seguire, quella indicata da Cristo Signore: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6)! Una sola è la luce: «chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).
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