Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (Col 1,24-28)

Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Paolo è ormai avanti negli anni, stanco, ma felice. In questo periodo della sua vita stila il messaggio che leggiamo oggi, parole che rimangono per sempre sulla carta, restano nel tempo a testimoniare una fede e un amore incrollabili davanti alla croce di Gesù Cristo «a favore del suo corpo che è la Chiesa». In Paolo, Cristo Gesù ha continuato la sua opera di santificazione: si è reso presente in mezzo agli uomini e ha offerto loro il suo amore.

Anche noi possiamo realizzare e sperimentare lo gloria di Dio nella vita quotidiana poiché Cristo è in noi: in quanto figli di Dio abbiamo un’eredità in Cristo. Egli è la nostra speranza. Saremo capaci di annunciare la speranza, nella gioia di sapere che Lui solo è la nostra pace?

In virtù di Cristo in noi, ripeto, possiamo sperimentare la gloria di Dio. Ovunque nella Santa Regola compare l’esortazione di glorificare Dio: «affinché in ogni cosa Dio sia glorificato» (RB 57,9). Ci viene ricordato, anche, recitando il Gloria a conclusione di ogni salmo.

Con la nostra vita di preghiera, di lavoro, di silenzio, è Cristo che annunciamo, è il mistero di Cristo che vogliamo testimoniare a tutti coloro che lo accolgono: «Cristo in voi speranza della gloria».

Papa Francesco, con la Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere e l’istruzione applicativa Cor orans, ha riaffermato il nostro ruolo di contemplative nella Chiesa: «il mondo ha bisogno di voi […] indicateci Colui che è via, verità e vita (cfr Gv 14,6), l’unico Signore che offre pienezza alla nostra esistenza e dona vita in abbondanza». Così sia! Per noi e per tutta la Chiesa.