Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (2 Ts 1,11-2,2)

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Il passo biblico è un’esortazione a rimanere fedeli e operosi di fronte a falsi insegnamenti che possono intaccare e offuscare la fede. False dottrine si diffondono tra i credenti e Paolo, come sempre, li mette in guardia perché con la grazia divina non si lascino confondere da messaggi allarmanti e devianti che li allontanano dalla verità del Vangelo.

L’argomento è pertinente anche per noi in queste ultime domeniche dell’anno liturgico che sono dedicate alla venuta finale di Cristo.

Anche oggi, corriamo questi pericoli fuorvianti, influenzati ancora di più dall’intelligenza artificiale che spesso offre terreno fertile per seminare in alcuni casi panico e in altri false rivelazioni o ispirazioni personali discutibili. Guerre, cataclismi naturali, menzogne, ecc. sono condizioni ideali per chi predica sulla base delle proprie fantasie.

Paolo prega per i cristiani di Tessalonica perché si mantengano forti e, illuminati dal Vangelo, siano saggi e capiscano dove sia la verità rivelata da Gesù. Inoltre, chiede che il Signore sia glorificato dalla testimonianza concreta di carità verso tutti i fratelli della comunità (cfr. RB 35,6).

La vita di una comunità credente non deve lasciarsi turbare da certe pseudo-rivelazioni, ma assumere le proprie responsabilità all’interno della storia.

Noi sappiamo cosa insegna Gesù: non conosciamo né l’ora né il giorno (Mt 25,13). L’atteggiamento del cristiano è la vigilanza, virtù richiesta dal Signore e insegnata da varie parabole che possiamo meditare per cercare di comprendere e vivere l’avvento di Gesù:

  • Le dieci vergini (Mt 25,1-13);
  • La parabola dei talenti (Mt 25,14-30);
  • La parabola del servo fedele (Mt 25,45-51).

Preghiamo:

Signore Gesù, è notte in questo mondo, ma più forte è la speranza!
Tu sei risorto e vivi sempre. La luce che da te promana squarcia le nostre tenebre. La preghiera, la lode, il canto che eleviamo a te, o Dio, radicano la fede e nutrono la speranza che non si arrende e va oltre la notte di questo mondo violento.
Spirito di Dio accendi e fa rinascere nei giovani e in tutti gli uomini del nostro tempo la nostalgia e la sete di autentica spiritualità, derivante dal tuo mistero che si fa presenza viva e operante per portare pace, speranza e verità, «poiché dove fiorisce la vita spirituale, fiorisce anche la storia» (Servo di Dio Giorgio La Pira)